PREMESSA

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Il turismo accessibile, alla luce della crisi mondiale, costituisce oggi un significativo segmento di mercato bisognoso della giusta attenzione affinché l’esperienza di viaggio possa essere un diritto per tutti e non solo un’opportunità per pochi.

D’altro canto il “comportamento turistico” delle persone con disabilità è del tutto simile a quello degli altri clienti: si viaggia per divertimento, lavoro, svago, cultura, passione e la vacanza è influenzata oltre che da interessi e disponibilità economiche anche dalle specifiche esigenze determinate dal tipo di disabilità.

Un significativo segmento di mercato che solitamente viaggia in periodi di bassa stagione ed è altamente “fidelizzato” che attualmente però riscontra ancora significative difficoltà nel trovare prodotti turistici e agenzie di viaggio attente e capaci di soddisfare le proprie esigenze.

Come detto un prodotto turistico accessibile dovrebbe rispettare gli stessi criteri e principi di una “comune” proposta di viaggio (sostenibilità economica, varietà dell’offerta, possibilità di modulare la proposta in funzione delle richieste, ecc.) ma deve dare garanzia che si è prestata la giusta attenzione alle esigenze del cliente e che qualsiasi elemento della filiera (trasporti, pasti, pernottamenti, escursioni ed attività sportive, manifestazioni e spettacoli, shopping, relax, attrazioni, centri benessere, ecc.) risulta “fruibile” o “utilizzabile” in autonomia dal cliente, qualunque siano le sue esigenze (difficoltà motorie, mobilità in carrozzina, disabilità sensoriale, intolleranze e/o allergie, patologie croniche, ecc.).

Spesso, infatti, è proprio la mancanza di informazioni a costituire una prima “barriera” all’esperienza turistica scoraggiando, di fatto, la persona disabile a intraprendere il viaggio.